quanto rumore … per un poro Cristo

un vecchio detto delle nostre Marche, che poi magari sarà più o meno identico nel resto d' Italia e del mondo diceva:

CHI VUOLE IL CRISTO SE LO ADORA   … significa che se vuoi qualcosa devi badarci e non solo pretendere

il 17/02/2009 la Stampa riportava nel suo sito online il seguente articolo:

Annullata la condanna a Luigi Tosti
Lui: «Passo importante per la laicità»
ROMA
La sua battaglia dura da sei anni. Ed è stata accompagnata da iniziative che hanno fatto rumore: dallo sciopero delle udienze, alla restituzione del certificato elettorale e dei suoi stipendi, sino al conflitto di attribuzioni contro il ministro della Giustizia davanti alla Consulta. Oggi Luigi Tosti, il giudice che in nome della laicità dello Stato vuole che il crocifisso sia rimosso da tutti gli uffici pubblici, a cominciare dalle aule giudiziarie, ha ottenuto la sua prima vittoria: la Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna che gli era stata inflitta dalla Corte d’appello dell’Aquila proprio per il suo rifiuto di celebrare udienze in aule dove era presente il simbolo della religione cattolica.
«Un passo importante» ha commentato il diretto interessato, annunciando che la sua battaglia andrà avanti. Tosti non tornerà però subito a fare il giudice, visto che da tre anni è sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm sempre per questa vicenda e che su di lui pende ancora un procedimento disciplinare. È stata la Sesta sezione penale della Suprema Corte ad assolvere in via definitiva il magistrato dall’accusa di interruzione di pubblico servizio e omissione di atti d’ufficio, cancellando la condanna a sette mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici, che gli era stata inflitta dalla Corte d’Appello dell’Aquila nel maggio 2007.
«Il fatto non sussiste» hanno decretato i giudici di piazza Cavour , andando oltre le richieste dell’accusa, che con il sostituto pg Vincenzo Geraci, aveva sollecitato sì l’annullamento della condanna, ma con rinvio, nella convinzione che occorresse riformulare il reato a carico del magistrato. Secondo Geraci, infatti, poiché le udienze dopo il rifiuto di Tosti si erano tenute lo stesso, attraverso la nomina di un sostituto, non si sarebbe configurata un’ omissione di atti d’ufficio,ma piuttosto un turbamento dell’attività giudiziaria. Tosti intanto si dice deciso ad andare avanti: «se tornerò in aula a fare il giudice è ovvio che continuerò la mia battaglia, o me o i crocifissi in aula », ha dichiarato , ribadendo che l’obiettivo è ottenere «il rispetto del principio di laicità che in Italia è violato soltanto dalla religione cattolica».
il 22/01/2010 sempre lo stesso giornale pubblicava:
Il Csm espelle Luigi Tosti dall'ordine
Per mesi non aveva tenuto udienze
perchè contrario al simbolo religioso
in aula. Sit-in a Palazzo Marescialli
Rimozione dall’ ordine giudiziario: la sezione disciplinare del Csm ha deciso il più pesante dei provvedimenti per Luigi Tosti, il giudice di Camerino (Macerata) che in nome della laicità dello Stato, si è rifiutato di tenere le udienze nelle aule in cui è esposto il crocifisso. L’ organo di autogoverno della toghe ha usato, dunque, la mano pesante nei confronti del magistrato che, poco meno di un anno fa, aveva ottenuto in Cassazione, in sede penale, un risultato importante nella sua battaglia. I supremi giudici avevano annullato senza rinvio la condanna a sette mesi di reclusione per interruzione di pubblico servizio e di omissione di atti di ufficio perchè per lo stesso motivo non aveva svolto le udienze dal maggio 2005 al gennaio 2006.

Ma nella scelta della sezione disciplinare il crocifisso non c’entra direttamente. Il vice presidente del Csm Nicola Mancino, che la presiede, ha spiegato: «Con l’intenzione di risolvere una questione di principio il giudice Tosti s’era rifiutato di tenere udienza anche dopo che il Presidente del Tribunale di Camerino gli aveva messo a disposizione un’aula senza il Crocifisso, con ciò venendo meno all’obbligo deontologico e ai doveri assunti in qualità di magistrato che gli impongono di prestare servizio».

il resto dell'articolo puoi leggerlo qui
Brevemente vorrei commentare il fatto partendo proprio da Camerino e quindi inerente alle mie Marche e città natale di Sant'Ansovino , per notare innanzitutto come la Giustizia italiana sia oltremodo incomprensibile per il cittadino medio che in questo caso vede il Giudice suddetto assolto prima e addirittura espulso dopo. Da una parte il "fatto non sussiste" e quindi sembra che abbia fatto bene a perseguire i suoi ideali anche se in maniera fin troppo eclatante e dall'altra invece è colpevole di diversi reati tali da farlo espellere. Non voglio entrare nel merito della "battaglia" portata avanti dal giudice, ognuno tragga le conclusioni che vuole, duole però constatare come si possa mettere in mezzo ad una diatriba così aspra un simbolo di amore e pace come è il Crocifisso. C'è stata una risoluzione in merito in ambito europeo e oggetto di aspre critiche e ricorsi tra i quali sembra probabile il nostro. Per concludere, credo che se potesse parlare il Crocifisso, direbbe senz'altro queste parole:
Cari figlioli, sono veramente dispiaciuto che vi agitiate per me in questo modo, tanto che vorrei scendere, se solo potessi, ed andarmene via. Purtroppo ho dovuto bere questo amaro calice per la vostra salvezza e qui debbo stare per l'eternità a ricordo del mio sacrificio e della Resurrezione dalla morte. Però voglio anche dirvi che non sono un oggetto di arredo o un portafortuna, come qualcuno pensa, ma simbolo di venerazione per chi crede, in me, nella salvezza e nella vita eterna e la mia collocazione dovrebbe essere di conseguenza inerente. Grazie e siate buoni.
 

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