Ascensione al Monte Conero
Dalla cima del Conero si gode uno stupendo panorama "Sorga o tramonti il sole" (Qual' è il miglior panorama d' Italia? - Ancona, 30-31 luglio 1912) "sia placido o burrascoso il mare, sereno il cielo o fosco di nuvole, o nereggi tempestoso l’Appennino, chi vuole per un istante godere la bellezza della natura, sieda sulla vetta del Conero."
La migliore ascensione è quella che vien fatta alla buona stagione, nelle ore che precedono il giorno, in modo da essere alla sommità all’albeggiare. Il prof. Francesco De Bosis, che studiò scientificamente il Conero (Il Gabinetto di Scienze naturali - 1862, pag. 71), ci ha lasciato del suo panorama questa descrizione:
"La luce d’ Oriente comincia dal discoprire i monti e gli scogli della Dalmazia, mentre le tenebre regnano ancora nei luoghi sottoposti verso Occidente. Non tarda però il sole ad apparire e innalzandosi grado grado sull’ orizzonte, toglie il velo a uno di quei quadri, dei quali la natura ha reso ridente l’ Italia. L` occhio può spaziare per un’ estensione di molti chilometri di littorale, tanto a settentrione come a mezzogiorno, ammirando gl'incurvamenti di terreno bagnato dalle azzurre onde, nei quali si hanno le rade dette di sottomonte, e i canali di Senigallia e Fano. I colli dirupati che per circa 8 chilometri si spingono dal Conero a Monte Marano sembrano qual muraglia sul mare per formare e difendere il Porto d’ Ancona: e vi spiccano le tre alture della città con le fortezze dell’Astagno, con la torre del fanale nel S. Cataldo e con la storica Cattedrale nel Guasco.
A ponente l’ orizzonte ha per confine l’Appennino, dove cominciando dal Nord si distinguono il Catria, il San Vicino, l’ altissimo gruppo della Sibilla, coperto di neve, e da lungi i gioghi abruzzesi. Agli Appennini succedono le serie dei colli piceni, lasciando tra loro brevi intervalli spiccanti per florida coltivazione: ergonsi sovr’ essi graziose città come Osimo, Loreto, Recanati, Macerata e molti arditi castelli. Prolungansi questi colli fin verso il mare, lasciandovi solo breve tratto di pianura, dove si spiegano le città, Fano e Senigallia, e i cosiddetti porti di Sottomonte. Il Monte verso ponente e mezzogiorno, dove gradatamente si abbassa, presenta soli boschi cedui e in molte parti furono sradicate le piante, da mostrarne nudi i fianchi"
E l’avv. Ubaldi nell’ articolo sopraccitato
"Mare a sinistra sino alla punta di Ancona, mare di fronte a perdita d’ occhio, mare a destra sin oltre Porto Civitanova. Ai piedi Sirolo e Numana appollajate sullo scoglio. Poi la linea del littorale che si perde lontano, scintillante al sole in dolci curve spumeggianti. Ancora più a destra una distesa vasta di fertili colline, su cui torreggia profilandoci al cielo, la bella cupola di Loreto. Boschetto incantato, fatto di verde, sospeso sull’azzurro del cielo e l’azzurro del mare! I rumori della pianura e perfino la voce dell’ onda irrequieta tacciono a tanta distanza dispersi nel profondo silenzio. La purezza dell’atmosfera e la vastità del panorama danno uno strano senso di leggerezza, dan quasi l' illusione di esser lontani dalla terra, come in un altro pianeta. Sembra che l’ anima in quella solitudine immensa respiri il verde, l’ azzurro, il sole e lo spazio, e, come inebriata, voglia lanciarsi nell’ infinito; e in questo sogno rievoca figure strane di frati pensosi che in quel deserto sì splendido passaron la vita meditando il grande mistero dell' al di là."
tratto da
Guida Ricordo di Numana
di Cesare Romiti
1927
commozione pura nel leggere uno scritto dal sapore lontano, invecchiato e quindi prezioso … parleremo prossimamente anche dei frati Romitori ...
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