Frà Moriale … capitani di ventura e tre secoli turbolenti

1306 era Podestà Massolius Rainaldi de Tiraboctis, come dagli atti del parlamento di Montolmo (15 gennaio), pubblicati da L. Zdekauer - Magistrature e Consigli nei Comuni delle Marche - vol. XXI (1916-1917) pag. 221.
1308 Numana è unita alla lega delle città e terre marchigiane ribellatisi alla Pontificia dominazione, e, come le altre, ne ha pene spirituali e temporali. Il Pontefice Clemente V risiedeva in quel tempo ad Avignone.
1309 ritorna nella grazia pontificia per mezzo di Nicolao, suo spettabile cittadino, mandato ambasciatore presso il Cardinale Legato.
1310 Numana è occupata dagli Anconitani, che, demolitene le mura, ne conducono gli abitanti e le masserizie in Ancona, perchè essi numanesi - riconciliati col Papa erano venuti meno all’ alleanza pattuita con Ancona.
1353 Numana subì un secondo saccheggio ad opera di Fra’ Moriale della Marca e della sua grande compagnia che cavalcò alla marina e prese Numana, combatte Orivolo (Sirolo) e non l’ebbe e da Numana andò sopra Ancona.
Canaletti Gaudenti così scrive: 
Il Morreale, chiamato dal card. Albornoz per porre termine ai disordini del Piceno ed abbattere nello stesso tempo le superstiti signorie, non esitò a mettere a sacco molte città e castelli marchigiani. Caddero cosi in suo potere Mondolfo, La Fratta, San Vito, i sobborghi di Jesi, Feltrino, Montefano, Montefiore, Montelupone, NUMANA, Falconara (che si arrese solo a patto che fossero risparmiate le persone), numerosi castelli di Ancona, due castelli dello Jesino, Alberello ed altro ancora, quindi Castelfidardo, Staffolo, il Massaccio e la Penna; in complesso quarantaquattro castelli tolti al Malatesta...
1364 il cardinale Albornoz, ordinato in vari gradi le città della Marca, pone Numana nel quinto, ossia fra le minori.
1378 il Comune di Ancona governa in quest’ anno, per consuetudine che si afferma non essere recente, la città di Numana, mandandovi ad ogni semestre un Podestà ed in Vicario, come negli altri Comuni del contado ( Come è noto, a norma delle Costituzioni Egidiane, le civitates maiores erano Ancona, Fermo, Camerino, Ascoli, Urbino, le magnae Pesaro, Fano, Fossombrone, Cagli, I esi, Recanati, Macerata, Fabriano, San Severino ecc., le medriocres Osimo, Cingoli, Montecchio, Matelica, Tolentino ecc., le parvae Castelfidardo, Appignano, Monte Lupone, Monte Cosaro, San Giusto ecc., le minores Staffolo, Montefano, UMANA ecc.).
1379 il medesimo Comune prega il Pontefice Urbano V che per la di lui autorità sia ratificata la giurisdizione suddetta di Numana. Negli anni 1378 e 1379 era Podestà di Numana, Angelo Andreucci.
1392 obbligatosi il Comune di Ancona a pagare una certa somma ai condottieri Azzone da Castello, Giovanni da Barbiano, Conte da Carrara, si impose una straordinaria e pronta tassa alla città ed al territorio. Numana dove’ contribuire in 8 giorni con 60 ducati, quanti Gallignano, Falconara e Poggio. Andrea Tomacello, governatore della Marca, correndo ostilmente il contado di Ancona fa bottino di tutto il grano e delle altre biade che erano a Numana. Il Comune di Ancona, per aiutare gli abitanti e per dare nuovo motivo perseverandi in solita fidelitatae dicti Comunis, prima li autorizza ad usare, con promessa di restituirlo, il grano dei Monaci Olivetani che stava in Sirolo, poi li fornisce di altre vettovaglie.
Essendo colpevole di negligenza il Podestà di Numana Francesco di Pietro Corraduccio, gli Anziani e Regolatori del Comune di Ancona, considerates guerram imminentem et pericula occorrentis in Castris et fortellitiis Comitatus, gli surrogarono Stefano di Pietruccio.
1397 altro flagello si abbatte su Numana. Il condottiero Migliajo, che stava al soldo del Governatore della Marca, venuto d’improvviso in quel di Numana, ne preda uomini e animali, col pretesto di pagamenti ritardati al Tesoriere Pontificio.
Il Comune di Ancona, che a nome della Chiesa teneva il governo di Numana, ne fece richiamo, ed ebbe scuse e promesse di restituzione. Il Pontefice Bonifacio IX avea già decretato, nel febbraio di quest’anno, che tenendosi da Ancona per la chiesa il Governo di Numana, i suoi ministri non ne pretendessero alcun tributo oltre quello che Ancona stessa pagava.
1403 malgrado il citato decreto Paolo Orsino, generale della Chiesa, domanda a Numana le paghe dovutegli. E le richiede pure del solito censo il Tesoriere della provincia, Vescovo di Segni: questo era di 33 ducati e di 8 anconitani .
1404 Bonifacio IX concede che al Comune e territorio di Ancona perpetuamente sia congiunta Numana. Seguono controversie fra Numanesi e Sirolesi per alcune tasse, e per la pesca nel fiume Aspio: ne giudicano in Ancona Antiani et Regulatores, Judices et commissari et cognitores et definitores per Generali Consilium deputati super decisione differentiarum vertentium inter Comunitates nostrae Civitatis Numanae et Comunitatem castri Siroli.
Altra controversia nasce fra i medesimi per causa dei confini; agitatasi già nel 1401, l’aveva composta una sentenza di arbitrato, con l’approvazione del Vescovo di Numana. Ed anche questa volta finisce con sentenza somigliante.
1405 Innocenzo VII conferma con due Brevi ad Ancona le concessioni di Bonifacio IX sulla Giurisdizione e sugli ordinarii tributi di Numana.
1430 il Podestà, i Difensori ed il Consiglio di Numana discutono e decretano lo Statuto disposto in 30 rubriche o capitoli.
1452 importantissima una controversia con Sirolo in merito allo "jus pascendi", controversia che si concluse con un arbitrato, di cui si conserva ancora il relativo strumento originale pergamenaceo. (Arch. di Stato in Roma, Pergamene Marchigiane, Umana, 2).
1466 il Comune di Ancona approva il medesimo Statuto.
1477 il Comune di Numana vende al Comune di Sirolo, per 80 ducati d’oro di Venezia, terram silvatam fractalem, sodivam et arboratam, che cominciava ove i Sirolesi avevano beni enfiteutici del Vescovato e giungeva sino al torrente Aspio alla via Tessenarum et ad pratum collis terminando alle Mollie.
1489 il Comune di Ancona decreta che, chiunque vada ad abitare in Numana abbia liberam exeptionem per decennium a gabella grani et vini tam apposita quam imponenda; la stessa esenzione si rinnova negli Anni 1507 e 1510.
1506 tre Deputati Anconitani di Numana vendono a Domenico di Bernardino pretas sive saa de ruinis dictae civitatis veteris Humanae tantum quantum sufficiat per faciendam calcem is tribus fornacibus. Nello stesso anno, come se non bastassero gli innumerevoli motivi di discordie e controversie con Sirolo, originate dalla diversità delle condizioni economiche, in quanto che, Numana, ad onta dei saccheggi e delle spoliazioni subite nei secoli, vantava sempre una ricchezza maggiore dovuta ai commerci ed alle attività del suo porto, nacque altra questione a proposito delle saline da Numana possedute, sulle quali tutti vantavano diritti in proprio favore: Sirolo, il Vescovo, i privati. Il Comune di Ancona a tagliar corto, le diede in affitto per tre anni ad un tal Giovannozzo d’Acquaviva, conte di Camerino.
1532 il Cardinale Legato Benedetto Accolti priva Ancona d’ogni privilegio e percio
della giurisdizione di Numana.
1533 il medesimo Cardinale l’attribuisce al Vescovo di Ancona con tutti i possedimenti che colà aveva il Comune e riceve dal Vescovo la giurisdizione politica di Gallignano, (che apparteneva a lui ed a Ancona con vicenda semestrale) alcuni beni in vicinanza del medesimo castello, e la somma di 630 fiorini posta nel Monte de’ Meriti. Quindi il Vescovo, che era Balduinetto de’ Balduinetti, cominciò a chiamarsi Conte di Numana. Titolo che rimase ai Vescovi di Ancona che continuarono a fregiarsene. (Anche oggi il Vescovo di Ancona-Osimo è Conte di Numana)
1561 restituite ad Ancona da Paolo III, le franchigie municipali, il Comune domandò che i diritti, che gli davano sul contado, comprendessero anche la città di Numana. Il Vescovo Vincenzo de Lucchis dapprima si oppose: ma dopo molteplici atti giudiziari in Roma, accettò di venire ad un amichevole accordo con il quale il Comune stesso ebbe di nuovo quella città.
1577 Numana fu aggredita dai Sirolesi che intendevano asportarne il Crocifisso. Giova qui ricordare, prima di concludere questa veloce disamina di cenni storici, che Pio VII, nel dare nuovoassetto ai Comuni dello Stato Ecclesiastico propose al Governo di Numana un Gonfaloniere e le riconfermò i vecchi privilegi, tra cui il suo Albo nobiliare, che le dava il diritto di conferire la cittadinanza e il titolo di Nobiltà.
Tratto dal libro "STORIA DELL'ANTICHISSIMA CITTA' DI NUMANA" di Mario Massaccesi
continua …

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