Il Numanese può andare in America anche senza guida

Guida Ricordo di Numana Da un libercolo malridotto e stampato nel 1927 mi è particolarmente gradito estrarre quante più informazioni possibili del nostro passato, grazie al lavoro di Cesare Romiti che in questo libretto è prodigo di ogni tipo di informazione e curiosità storica riguardo Numana, il territorio e la sua gente.

Altitudine e meteorologia
Vecchie memorie locali registrano l' altitudine di metri 70. Il Touring ne assegna 56, e questa altezza, che è la vera, è presa, secondo i rilievi dell’ Ing. Probo Picciafuoco, nella Piazza, proprio dirimpetto al Santuario. L' altezza di m. 36 assegnata anni addietro dall' Annuario di guerra, dovette essere un errore di stampa, prodotto dallo scambio di un 5 con un 3. La temperatura massima, media e minima, è rispettivamente di 28-25-22 d' estate 15-10-8 d' inverno. Essendo il paese parte in marina, parte in collina, partecipa delle due posizioni, ed è mitissimo in primavera, salubre sempre.
Soffiano qualche volta i venti di tramontana e di levante, ma il Conero con la sua altezza serve di scudo contro le intemperie e le brusche variazioni atmosferiche.
Gli abitanti
Hanno il carattere della gente di mare. Sono parchi di parole, forse un po’ duri, rudi a prima vista. ma poi finiscono Guida Ricordo di Numana coll’affezionarsi e diventano amici. Sani e robusti, le condizioni di loro salute sono ottime, specie in campagna, dove è notevole la prolificità. Bei tipi, singolari per freschezza, bellezza, vivacità di occhi offre il sesso femminile. Più di una popolana numanese fa ricordare le brianzuole cantate dal Parini, di cui sì vivo e schietto — aere ondeggiar fa il petto. Sani, vivaci, ben piantati molti bambini. Sono laboriosi, economici, frugali gli uomini. Pacifici, alieni dai litigi, non conoscono, si può dire, reati di sangue. Emigrano in buon numero in America, dedicandosi principalmente all' arte nautica, nella quale danno prova di grande attività ed abilità, divenendo così assai ricercati dai capitani di legni marittimi. Quei che rimangono in paese, adulti e bambini, attendono alla pesca o ai mestieri di comune necessità. Le donne accudiscono alle faccende domestiche e alle arti che con esse sono collegate: e, alcune poche, alla vendita del pesce. All’ estate ritraggono una fonte di lucro dall’affitto delle loro case ai bagnanti. Le ragazze sono quasi tutte occupate nella lavorazione dei busti e dei berretti: alcuni giovanetti nella fabbrica di armoniche. Il vitto è assai frugale, in massima parte vegetariano. Poco pesce fresco, pochissima carne, polenta, tagliatelle, erbaggi, legumi, patate, stoccafisso, sardelle costituiscono il pasto consueto di gran parte della popolazione.
Con i sudati risparmi e con i denari che gli uomini mandano dall’ America, dove vivono con grandi sacrifici, quasi tutti hanno fabbricato una casetta di loro proprietà, alla quale sono amorosamente, gelosamente attaccati, e della quale conservano con cura affettuosa il mantenimento, l’ordine, la pulizia.
La mendicità si può dire che sia ignota nel paese. Quasi tutti cercano di mettere insieme m piccolo peculio, per potersi durante la vecchiaia mantenere da sé, senza l’ aiuto dei parenti, e senza  il soccorso della carità cittadina. Degno di nota è il vincolo che unisce l’ emigrato al piccolo lembo di terra che lo vide nascere. Il Numanese può andare in America anche senza guida, senza recapito, con pochi mezzi, sicuro di trovare ne’ suoi compaesani consiglio, aiuto, provvista di lavoro. E, viceversa., se muore un Numanese che abbia i suoi cari lontani, il cordoglio e l’ interessamento e l’ ultimo accompagno non sono soltanto di pochi intimi, ma di uno stuolo numeroso di conoscenti, quasi ad attestare agli assenti il vigile affetto e la solidarietà nel dolore di tutti i propri concittadini.

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