Balleri, curiosi frutti del Conero

sasso morto dimora del ballaro

Quando l'uomo viveva in simbiosi con la natura ricavava il giusto sostentamento da essa senza depauperarla e appesantirla fino alla degenerazione. Vale sempre la regola che per mungere il latte dalla mucca devi dargli anche da mangiare. Nel caso di questo curioso frutto di mare, dal colore grigiastro, con guscio zigrinato che gli permette di scavare nella morbida roccia calcarea della nostra zona la propria abitazione, occorrevano circa 25 anni per arrivare a completamento o maturazione. Esso, con molta facilità scambiato per un dattero di mare, veniva pescato portando a riva piccole rocce, da noi chiamate "sassi morti" che ne potevano contenere dai 15 ai 20 esemplari adulti. La tecnica era abbastanza semplice nella sua esecuzione: si usciva in "patana" (piccola barca a remi), si individuava sul fondale, abbastanza vicino a riva una pietra e ci si immergeva per recuperarla. Se questa era di dimensioni più grandi della norma, la si imbragava con una corda e con spostamenti ripetuti sul fianco della barca la si issava a fior d'acqua legandola al banco centrale della barca medesima. La si portava a riva e lì si iniziava con una mazzetta a picchiarci sopra per romperla. Nel video vedrete come è fatto un "sasso morto" e potrete immaginare che quando si rompeva, lasciava libero il "frutto" che in genere "salutava" i presenti con una "pisciatina" e si ritraeva nel guscio. Era una cosa estremamente curiosa da vedere perchè aperto, ovvero a penzoloni fuori dal guscio sembrava in tutto e per tutto, comprese funzioni "urinarie", simile a un pene maschile. Una zuppa di questi balleri, forse una volta piatto povero, era apprezzata in ogni casa e con l'avvento del turismo in ogni ristorante che si rispettasse doveva essere presente. Ora ricordo che in epoca LIRE andavano a 1000 lire l'uno e una zuppa doveva comprenderne almeno 10 o 12 per un valore, solo della zuppa, di circa 10 o 12.000 lire che all'epoca erano una cifra considerevole.

Purtroppo questo impiego massiccio dovuto al turismo portò alla loro inevitabile estinzione o quasi. Tanto che le autorità decisero di vietarne del tutto la pesca e la commercializzazione allo scopo di salvare il salvabile. Fu una cosa giusta da fare anche perchè nel frattempo squadre di improvvisati "minatori" si erano organizzate con lunghi pali di ferro e mazze pesanti e iniziavano a cercare anche lungo i fianchi delle scogliere ai piedi del Conero e delle sue diramazioni in mare. Oggi non è dato sapere se questi straordinari e tipici esemplari di fauna marina, siano sopravvissuti. Certo che con i controlli e il breve tratto di costa interessato è probabile che stiano di nuovo attecchendo e sempre che l'inquinamento, nel frattempo aumentato, non abbia dato loro il colpo di grazia. Ricordo che ne bastava uno per dare un sapore eccezionale ad un sugo di mare e spero vivamente che tornino nel futuro ad arricchire le nostre tavole. Nel video, girato a Numana Alta, luogo ricco di tali molluschi, possiamo vedere il "sasso morto" la loro casa ma inesorabilmente vuota e nella speranza che non sia un "de profundis" ….

un paio di definizioni pertinenti trovate nel web:

Commenti

  1. Nessuna paura: sono sempre vivi e numerosi. Dove c'è marna il fondo del mare è tutto "tarlato", anche a dieci metri di profondità. Difficile estinguerli con la loro pesca che al massimo può deteriorare le scogliere. Parliamo piuttosto dell'effetto "benefico" delle turbosoffianti delle vongolare che massacrano ogni organismo planctonico aspirato. Anche i balleri hanno un primo stadio vitale planctonico...

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  2. 'batana' e non 'patana' e...grazie di questo splendido articolo!

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