Un rosso..nero coi fiocchi
..non sottovalutate il lato oscuro della Forza ...
La Lacrima di Morro d’Alba, piccolo paese in provincia di Ancona, da sempre coltivato e bevuto in "sordina" dal momento che solo gli abitanti del luogo ne conoscevano l’esistenza e il prodotto particolare che ne derivava, ha rischiato, alla fine degli anni settanta, di scomparire a causa delle difficoltà di coltivazione e di vinificazione.
Agli inizi degli anni ottanta l'amore e la tenacia di alcuni produttori, convinti dell’opportunità e della bontà del prodotto e allo scopo di farlo conoscere, sostenuti dalla pubblica amministrazione, sono riusciti a ridare nuovo lustro a questo particolare vitigno.
Innanzi tutto è stato raggiunto il riconoscimento della D.O.C. nel 1985, e successivamente la sperimentazione enologica per ottenere un vino di qualità migliore.
E così la Lacrima ha iniziato a salire i gradini della notorietà conquistando porzioni di mercato che nessuno mai si sarebbe potuto immaginare.
La particolarità del nome Lacrima deriva dal fatto che la buccia dell’uva quando arriva al punto di maturazione, si crepa, facendo gocciolare, lacrimare, l' acino.
Si può pertanto immaginare quanto sia difficoltoso poter raggiungere un punto ottimale di maturazione senza il rischio, in ogni stagione, di perdere la totalità se non la gran parte del prodotto.
Ora abbiamo visto che la buccia dell’uva Lacrima è abbastanza tenera, ma al contrario ha uno spessore notevole e in fase di macerazione cede antociani, tannini e sostanze coloranti in abbondanza.
Per questo motivo e fino a quando non si è rivista la durata dei tempi di macerazione, il Lacrima è stato considerato un vitigno atto alla produzione di vino con basse se non scarse possibilità di invecchiamento.
Ma oggi con le nuove tecniche, si è dato luogo, pur limitatamente ed in presenza di annate ottimali, a vini che possono tener bene i 7-8 e perfino 10 anni di invecchiamento.
Bene, detto questo passiamo alla beva che è facile, direi nel mio caso facilissima visto che è un vino di corpo ma morbidissimo direi rotondo come i bicchieri nei quali va versato e passando sopra ai soliti sentori di rosa e frutti del sottobosco, quel che colpisce è la viola e il suo colore tendente al nero.
Sarà che Morro d'Alba ricorda un'altra Alba .. del cuneese famosa per il suo Dolcetto da me molto
apprezzato ... ma è un vino molto buono da abbinare a selvaggina, arrosti piccanti nonché a lasagne, i ns vincisgrassi, e anche ad altri particolari prodotti della ns regione come il salame lardellato di Fabriano o i ciauscoli e ciarimboli .. degni quest'ultimi di prossime trattazioni.
nella foto uno dei migliori Lacrima
dell' Azienda Mancinelli
Agli inizi degli anni ottanta l'amore e la tenacia di alcuni produttori, convinti dell’opportunità e della bontà del prodotto e allo scopo di farlo conoscere, sostenuti dalla pubblica amministrazione, sono riusciti a ridare nuovo lustro a questo particolare vitigno.
Innanzi tutto è stato raggiunto il riconoscimento della D.O.C. nel 1985, e successivamente la sperimentazione enologica per ottenere un vino di qualità migliore.
E così la Lacrima ha iniziato a salire i gradini della notorietà conquistando porzioni di mercato che nessuno mai si sarebbe potuto immaginare.
La particolarità del nome Lacrima deriva dal fatto che la buccia dell’uva quando arriva al punto di maturazione, si crepa, facendo gocciolare, lacrimare, l' acino.
Si può pertanto immaginare quanto sia difficoltoso poter raggiungere un punto ottimale di maturazione senza il rischio, in ogni stagione, di perdere la totalità se non la gran parte del prodotto.
Ora abbiamo visto che la buccia dell’uva Lacrima è abbastanza tenera, ma al contrario ha uno spessore notevole e in fase di macerazione cede antociani, tannini e sostanze coloranti in abbondanza.
Per questo motivo e fino a quando non si è rivista la durata dei tempi di macerazione, il Lacrima è stato considerato un vitigno atto alla produzione di vino con basse se non scarse possibilità di invecchiamento.
Ma oggi con le nuove tecniche, si è dato luogo, pur limitatamente ed in presenza di annate ottimali, a vini che possono tener bene i 7-8 e perfino 10 anni di invecchiamento.
Bene, detto questo passiamo alla beva che è facile, direi nel mio caso facilissima visto che è un vino di corpo ma morbidissimo direi rotondo come i bicchieri nei quali va versato e passando sopra ai soliti sentori di rosa e frutti del sottobosco, quel che colpisce è la viola e il suo colore tendente al nero.
Sarà che Morro d'Alba ricorda un'altra Alba .. del cuneese famosa per il suo Dolcetto da me molto
apprezzato ... ma è un vino molto buono da abbinare a selvaggina, arrosti piccanti nonché a lasagne, i ns vincisgrassi, e anche ad altri particolari prodotti della ns regione come il salame lardellato di Fabriano o i ciauscoli e ciarimboli .. degni quest'ultimi di prossime trattazioni.
nella foto uno dei migliori Lacrima
dell' Azienda Mancinelli
caro zio quando m'inviti a mangiare i vincisgrassi? il vino lo porto io o fai tu ...
RispondiEliminatema di prossima trattazione ..
RispondiElimina;-)