Vediamo in questo racconto del Marchetti come vestivano i nostri nonni e come era complicato invece il vestirsi e lo spogliarsi delle nostre nonne; un vero e proprio armamentario di complicati orpelli … nella foto lo scorrer lento del tempo a Numana nel 1957: una bambina osserva il lavoro di cucito di una vecchia lungo le scalette della Costarella …
L' abbigliamento femminile delle persone più anziane e rispettose della tradizione, era abbastanza complicato, sia per vestirsi che per spogliarsi. Gli indumenti da indossare erano tanti, iniziavano dai mutandoni, che non tutte le donne anziane portavano, venivano legati con un passamano nella pancia e arrivavano poco sopra le ginocchia. Poi indossavano la "pettorina", un busto con reggiseno tutto unito. Sopra una camicetta, ricamata nel girocollo e nelle maniche, che dalle spalle arrivava fino alla pancia.
La sottoveste copriva il tutto e dalle spalle arrivava fino alle ginocchia. Poi il "giacchettino" dalle spalle fino alla pancia, questo indumento abbastanza attillato nelle spalle, terminava a forma di campana.
La sottana copriva dalla pancia, legata con il passamano o con un elastico fino poco sopra le caviglie. Terminava con la "parnanza", solo davanti per non sporcare la sottana durante le faccende di casa, era legata intorno alla vita e copriva fino alle ginocchia. Sulla testa un fazzoletto, usato solo dalle donne anziane.
Ancora si racconta una storiella che potrebbe avere molta credibilità e potrà farvi capire la difficoltà nel vestirsi e spogliarsi delle donne, l'ho già scritta in un'altra mia pubblicazione, ma vale la pena di riscriverla:
Un mattino, molto presto, una donna si alza dal letto per andare a tessere, il marito rimane a letto ancora un po'.
La signora rivolgendosi al marito le dice: "Prima che mi vesto vi serve niente???"
Con il passare del tempo questo tipo di abbigliamento fu abbandonato dalle donne giovani, anche in funzione del cambio delle abitudini, il busto era stato staccato dal reggiseno e la "pettorina" non venne più usata.
Così pure il giacchettino e la sottana che vennero sostituiti dal vestito tutto unito che dalle spalle copriva fino poco sopra le caviglie.
La maggior parte degli indumenti femminili, come pure la biancheria usata per il letto erano portati in dote dalla donna e per molti anni venivano usati solo questi indumenti. Una donna che dopo pochi anni dal matrimonio acquistava capi di vestiario o biancheria, era considerata povera e la famiglia di lei "tirchia" per non avere dato alla figlia una "dote" come la tradizione imponeva.
L'abbigliamento maschile era molto semplice, camicia o maglione, pantaloni, gilè, giacca, cappotto o mantella per l'inverno.
Le scarpe, normalmente erano fatte dal calzolaio locale, su misura, tutte di cuoio e molto robuste, dovevano durare vari anni.
Gli "scarponi" per l'inverno, anche questi robusti, sotto la pianta venivano collocati dei chiodi con la testa grossa in modo che il cuoio si fosse consumato più lentamente.
Era abitudine dei pescatori portare in inverno i "pianelloni" ( un tipo di ciabatte molto robuste con la pianta di legno fatta da loro), che con "calzetti" di lana pecorina fatti dalle donne anziane, garantiva piedi caldi anche nelle giornate molto fredde.
In estate le calzature erano gli "zoccoli", quasi sempre fatti a mano, erano una pianta di legno con sopra alcune strisce di tela.
Quasi tutti gli uomini avevano un vestito "bono" da mettere in occasione di qualche festa o per andare a messa. Era consuetudine che gli indumenti maschili si passavano di padre in figlio fino al totale logoramento dell'indumento. In molti casi, quando il tessuto si strappava o dava segni di cedimento, si metteva una "pezza" (toppa), anche di altro colore, quando l'indumento non era più presentabile, si usava per andare a pesca. Con il trascorrere del tempo e con il miglioramento della situazione economica ( nei primi del '900 era iniziata l'emigrazione in Argentina) queste abitudini cambiarono per molte famiglie.
Anche le abitazioni diventarono più ampie e più comode arricchendosi di camere per i maschi e camere per le femmine.
I "bagni", all' inizio poche famiglie li avevano, e si "usavano" luoghi comuni, rinomati per queste necessità che erano "la vedetta e la punta della torre", e chi li aveva erano collocati nei balconi o nei terrazzi, successivamente vennero collocati in una stanza dentro l'appartamento. In alcuni casi c'era anche la sala da pranzo, che era usata solo a Pasqua e Natale quando si invitavano i parenti, per non sporcarla.
tratto
DAL PASSATO AL PRESENTE NUMANESE
ricordi della tradizione
di Pietro Marchetti Balducci
porre particolare attenzione all'abbigliamento della donna nella foto che corrisponde con la descrizione fatta nel racconto e si notino le pianelle, le ciabattone usate al tempo. Altra curiosità da mettere in evidenza è rappresentata dal testo colorato in azzurro … schietto, naturale e significativo di un periodo: dai doveri sessuali all'uso del voi e per non parlare dei bisogni fisiologici .. espletati, per necessità, anche all'aria aperta …
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