Le crociere arrivano in riviera

La Riviera del Conero si arricchisce di uno strumento turistico dei più importanti e divertenti: la crociera.
Io l'ho fatta e posso dirvi di essermi divertito tantissimo, sarà che amo il mare e la buona cucina di un albergo a 5 stelle che ti segue e ti consente ogni giorno di visitare posti bellissimi.

Per maggiori informazioni visitate il sito della Costa e ad ogni modo trovate di seguito l'itinerario che tocca anche la nostra .. costa .ok 








* Giorno 1
* Ancona (Italia) - note del viaggiatore la conosciamo e sorvoliamo
* arrivo 07.00
* partenza 13.00

Disposta ad anfiteatro sui colli che circondano il porto, Ancona sorge nell' insenatura formata dal monte Conero affacciata a ponente; il porto è il maggiore della costa adriatica.
La città è oggi composta in due parti ben distinte: il vecchio centro storico e monumentale, percorso da vie medioevali, addossato al colle Guasco sulla cui sommità si ergeva l'acropoli Greca, mentre oggi sorge la cattedrale romanica di S. Ciriaco, e una parte moderna a vie rettilinee formatasi a partire dal secolo XVIII. Della città romana, i cui limiti non sono esattamente identificabili, i massimi resti sono l'anfiteatro e l'arco di Traiano opera romana affiancata da quattro colonne di ordine corinzio, sorge alle sponde del monte Guasco.
< La città ha origini preistoriche, con insediamenti dell'età del bronzo e significative testimonianze della civiltà nell'età del Ferro (IX- II sec. a.C.). Il toponimo greco Ankon (Gomito) si deve ai primi naviganti di lingua greca che hanno frequentato il porto naturale alle pendici del colle Guasco. Al IV sec. a.C. risale la fondazione della città ad opera dei Siracusani di stirpe dorica, che la dotarono di mura di blocchi di arenaria e monumenti. Alleata dei Romani nella battaglia di Sentino (295 a.C.) contro Sanniti, Etruschi e Galli, dopo tale data entra nell'orbita di Roma, conservando però la sua grecità. Nel II sec. d. C. l'imperatore Traiano potenzia il porto in funzione delle sue 'campagne daciche', e in suo onore viene eretto sul molo l'Arco attribuito ad Apollodoro di Damasco (115 d.C.).
Distrutta dai Saraceni nell'839 si organizza attorno all'XI sec. in libero Comune, sviluppando i commerci marittimi con l'Oriente ed entrando in competizione con Venezia.
Dal XIV al XVIII sec. d. C. attraversò il periodo più prospero e luminoso della sua storia, arricchendo il tessuto urbano di monumenti ed allargando ben due volte la cinta muraria. Città dello Stato Pontificio, dopo un periodo di declino, risorge con l'istituzione del porto franco (1732) ad opera del papa Clemente XII. Dopo la battaglia di Castelfidardo nel 1860 entra a far parte del Regno d'Italia. Fu solo dopo l'unità d'Italia che sorsero i quartieri occidentali verso la stazione e quelli orientali verso piazza Cavour; dopo la prima guerra mondiale la città raggiunse il Passetto e dopo la seconda si è espansa anche a sud dell'Astagno nel piano di S.Lazzaro a sud-ovest.
Il centro storico offre un ricco patrimonio monumentale e culturale: il Teatro delle Muse, la Chiesa del SS. Sacramento, la Piazza Plebiscito, il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, la Pinacoteca Civica, la Cattedrale di San Ciriaco con annesso il Museo Diocesano. Numerosissimi sono i palazzi storici della città come ad esempio Palazzo Ferretti costruito nel 1560, ha all' interno portali del 1700. Palazzo degli Anziani: eretto nel 1270 fu rinnovato nel 1647, ha un importante facciata barocca del XVI secolo. Palazzo Bosdari: acquistato dai Bosdari nel 1550 è sede della Galleria dell Arte Moderna. Loggia dei Mercanti: restaurata nel 1444 ha la facciata in gotico fiorito veneziano. Palazzo del Senato: costruito nella metà del XII secolo subisce gravi danni nella grande guerra e viene restaurato nel 1952. Palazzo del Governo: esisteva già nel 1300, ha la sala decorata da Merlozzo da Forlì. Di rilievo sono in otre i musei cittadini, come Museo Beltrami (Filottrano): situato in un palazzo ottocentesco e vi si trova un po di tutto: scudi, lance, pipe, pelli, totem. Museo della Fisarmonica (Castelfldardo) comprende oltre 100 fisarmoniche provenienti da tutto il mondo.
Il centro cittadino, dove dedicarsi allo shopping, include corso Mazzini, corso Garibaldi, piazza Roma e piazza Cavour. Il Passetto è la zona balneare della città, offre un mirabile panorama. Al Porto si trovano le antiche mura e portelle, l'Arco di Traiano, l'Arco di Clementino, la Mole Vanvitelliana o Lazzaretto. Il parco comunale della Cittadella, sulla sommità del colle Astagno, conserva parte delle mura dell'antica roccaforte.
La cucina del capoluogo riassume buona parte della gastronomia marchigiana. Spiccano i piatti di nare:sogliole fritte, ai ferri o annegate nel vino bianco, frittura di calamaretti e gamberetti, dentici spigole in bianco o in graticola. Stoccafisso all'anconetana, pannocchie e moscoline (cozza) impanate, zuppa di balleri, seppie in umido, sarde scottadito, polpi cotti in salsa e il famoso brodetto. Piatti della gastronomia di terra sono invece i vincisgrassi, la trippa, la minestra col grasso, la porchetta, il potacchio di agnello, coniglio o pollo. Tra i dolci, le beccute (piccole formine di pane dolce a base di farina di mais, pinoli e uva sultanina) e il ciambellone. Il monte Conero e i Castelli di Jesi sono le due plaghe di vini DOC più prossime ad Ancona; Verdicchio, Vernaccia, Vinsanto, Rosso e Bianco Piceno, Rosso del Conero.
Dalle ceramiche ai tessuti, dalle pipe ai cappelli: le marche custodiscono gelosamente le nobili tradizioni artigianali, che offrono anche oggetti in vimini, fisarmoniche, rami e ferri battuti.
Ancona dispone di 20 km di costa variegata. La spiaggia cittadina, il Passetto, con le sue tipiche grotte e servizi balneari, si caratterizza per le sua bianca roccia e la tipica atmosfera 'anconetana'. Proseguendo verso sud, lungo la panoramica strada del Conero si incontrano le spiagge del Trave, una lama che taglia limpide acque e di Mezzavalle, un arco di bianco litorale sassoso. Giunti alle pendici del monte Conero si trova la stupenda baia di Portonovo. Nella parte settentrionale della città, zona di Palombina nuova, si distende invece un arenile sabbioso.

* Giorno 2
* … navigazione … - note del viaggiatore mare e divertimento a bordo o se volete relax .relax

* Giorno 3
* Santorini (Grecia) - note del viaggiatore perla bianca e azzurra di assoluta bellezza
* arrivo 8.00
* partenza 13.00


Callisti: il suo nome greco in origine, significa 'la più bella'. In effetti, Santorini si dimostra particolarmente affascinante tra le splendide isole dell'arcipelago delle Cicladi.
Secondo le ricostruzioni geomorfologiche del suo territorio Santorini sarebbe il parto di una violentissima esplosione vulcanica: la stessa isola, in pratica, sarebbe la parte inferiore di un vulcano che, a causa di un'eruzione, ha generato le altre due isole nelle quali Santorini si allunga, Aspronissi e Terrasia, modellandone i contorni e la conformazione.
Santorini, in 69 chilometri di coste, offre una varietà impressionante di paesaggi: la riviera occidentale è segnata da scogliere vertiginose che scendono a picco su un mare cristallino, mentre quell'orientale discende con maggiore delicatezza formando una pianura fertilissima e alcune delicate insenature dalle quali si staglia il massiccio di Profitis Ilias.
La seconda particolarità è data dalla sua intensissima storia: recenti scavi archeologici hanno confermato che l'isola fu abitata dai fenici ma che, quasi certamente, già durante la preistoria, le sue coste erano abitate. Secondo le ricerche, l'esplosione del vulcano sarebbe avvenuta intorno al 1500 a. C.: da qui in poi inizia la seconda vita dell'isola, contesa anche per la sua significativa posizione militare e strategica. Gli spartani prima e gli ateniesi poi, così come in seguito bizantini e turchi.
A poca distanza dalla spiaggia rosa di Akrotiri, una delle più belle e invitanti dell'isola, sorgono le rovine di Thera. La città preistorica, è una sorta di piccola Pompei: è qui che si concentrava la popolazione nel momento in cui il vulcano che dominava l'isola diede vita alla sua esplosione. I primi scavi iniziarono nel 1967 sotto la direzione di Marinatos, proseguirono successivamente con Doumas e continuano tutt'oggi: le scoperte riguardano una città molto ricca e dinamica sepolta sotto la cenere. Fra i resti ceramiche, utensili in pietra ed in bronzo, monili e piccole opere d'arte, si distinguono gli affreschi che attestano l'alto livello artistico dell'isola. Secondo alcuni storici, Thera, altro non sarebbe che la mitica Atlantide, la terra della civiltà più evoluta, distrutta da un maremoto e seppellita sotto acqua e cenere.
Il villaggio di Oia offre, invece, uno spaccato di vita tradizionale di Santorini: le case, di un giallo vivo con i tetti a cupola color cobalto, si stagliano su stradine strette in marmo. Dietro ogni angolo una foto memorabile, tra il mare, le altre isole dell'arcipelago e i promontori sul mare.

* Giorno 3
* Mykonos (Grecia) - note del viaggiatore perla bianca e azzurra di un mondano esclusivo .siaccomodi
* arrivo 18.00
* partenza 23.00

Ha caratteristiche spiccatamente turistiche: i suoi cinquemila abitanti diventano almeno dieci, quindici volte tanto ogni settimana, nel corso delle stagioni estive, visto il massiccio afflusso di visitatori da ogni parte d'Europa, ma anche da Stati Uniti e Giappone.
Situata fra Tinos e Naxos, insieme con Santorini, risulta essere l'isola più affascinante dell'arcipelago delle Cicladi. La continua richiesta turistica la rende particolarmente facile da raggiungere sia dal Pireo, con uno dei numerosi battelli che quotidianamente effettuano il collegamento, sia con voli aerei in partenza da Atene. Contrariamente a Santorini, sulle cui origini si hanno notizie abbastanza certe e che vengono di anno in anno confermate dai risultati degli scavi e degli studi archeologici, sulle origini di Mykonos si sa poco o nulla. Secondo gli storici l'isola sarebbe stata colonizzata dagli ionici, ma furono gli ateniesi a sfruttarla maggiormente. I pochi abitanti rimasti, dopo la dominazione ellenica, conobbero un breve momento di prosperità durante la dominazione tolomea e, più tardi, con i romani. Dall'epoca bizantina in poi Mykonos scompare letteralmente dagli annali. Le notizie successive sono datate 1537 e la riportano sotto il dominio dei turchi. In questo periodo gli abitanti dell'isola diventano pirati, affidando la propria sopravvivenza a scorribande su altre isole, coste e navi di passaggio. E' da questo periodo che inizia l'evoluzione di Mykonos che, alla fine del 1700, diventa una delle isole più potenti e influenti dell'arcipelago grazie a una grande flotta mercantile e a un altrettanto solida flotta militare che Mykonos conserverà fino al 1821, anno dell'indipendenza.
Da circa cinquant'anni gli abitanti dell'isola hanno scoperto le potenzialità dell'industria turistica che, a tutt'oggi, è la prima risorsa dell'isola. Nel capoluogo dell'isola, Mykonos, il monumento più frequentato è la Chiesa della Panaghia Paraportiani, che si trova nel quartiere del Kastro. La costruzione è la più importante per via della sua architettura, che lega elementi popolari bizantini e occidentali. Le cappelle della Paraportiani sono obliquamente attaccate l'una all'altra come un alveare, vicino alla calata, e 7 chiesette sono disposte a grappolo attorno alla piazza che prende nome da esse. In un'altra piazza, ogni ragazza che beve da ciascuna delle Tre Fontane e' sicura, secondo la tradizione, di trovare marito entro l'anno.
Molto pittoresco il quartiere del Kastro, situato su una piccola altura che i veneziani avevano fortificato. Sotto al Kastro, si trova il quartiere chiamato Venezia a causa delle sue case costruite direttamente sul mare un po' come accade sulla laguna veneta.
Il museo archeologico, all'estremità nord - est, racchiude tutti i resti di Renea, mentre il museo d'arte popolare espone una collezione di mobili, di icone, sculture e strumenti musicali. L'attività balneare, così come un assaggio delle specialità di pesce (fantastico quello alla griglia) è un must di ogni visita.

* Giorno 4
* Atene/Pireo (Grecia) - note del viaggiatore culla della civiltà occidentale e anche ns .. padri fondatori
* arrivo 8.00
* partenza 14.00

Culla della civiltà greca e di una cultura definita come una delle più potenti e importanti della storia, Atene è oggi una metropoli che ospita quasi sei milioni di abitanti, di fatto un terzo di tutta la popolazione greca, in una confusione dinamica e creativa che trova proprio nell'incredibile densità abitativa della città una delle sue caratteristiche più interessanti.
In realtà, nonostante la sua ampiezza (il Pireo, la zona marittima, è ormai considerata parte integrante della città), tutta la vita politica e amministrativa della capitale e quindi del paese stesso si concentra in una porzione di pochi metri quadrati, tra piazza Syntagma (Piazza della Costituzione), l'Acropoli e Piazza Omonia.
La tradizione mitologica, circa la nascita della città, è davvero affascinante: Atene era al centro di una contesa tra gli dei, che si risolse con un'offerta di pace di Atena, la dea della saggezza, che il consiglio degli dei proclamò signora della città. Secondo le tradizioni storiche, non meno leggendarie, furono invece i fenici a fondare la città, almeno 2000 anni prima di Cristo.
Padri fondatori della democrazia, il governo del popolo, gli ateniesi furono costretti a parecchi tentativi prima di riuscire a perseguire il proprio scopo che puntualmente si concludeva con una guerra civile e una dittatura. La sua straordinaria forza culturale dominò il Mediterraneo per secoli e, questo, la sottopose agli interessi violenti, e poco rispettosi di tanta storia, da parte di molte popolazioni: Atene fu razziata, saccheggiata e data alle fiamme almeno una trentina di volte dal quarto secolo dopo Cristo al 1400 quando, ormai ridotta a un villaggio di poche migliaia di persone arroccato sotto l'Acropoli, la città passò ai turchi.
Nel secondo dopoguerra, così come si era spopolata e impoverita, Atene si è ripopolata crescendo a dismisura e in modo disordinato, a un ritmo frenetico di oltre 100mila persone l'anno, chiamate in città da una feroce industrializzazione e dai ripresi traffici del porto. Tanto interesse ha determinato anche la consapevolezza della necessità di dover salvaguardare le vestigia storiche, messe duramente alla prova da lunghi secoli di abbandono.
Luogo culto della civiltà greca è, ovviamente, l'Acropoli, una scoscesa rupe calcarea che s'innalza per 60 metri sopra una piccola e arida pianura che sovrasta la città, luogo sicuro, pronto a servire da rifugio, intorno al palazzo fortificato. Il primo tempio dedicato ad Atena diede inizio alla trasformazione della fortezza in un santuario. Da quel momento, la bellezza architettonica dell'edificio cominciò ad avere la precedenza sul culto per la divinità.
Il Museo dell'Acropoli raccoglie tutto ciò che è stato trovato sull'Acropoli intorno alla quale si possono vedere l'Odeon di Erode Attico, il Teatro di Dioniso, la Collina delle Muse, l'Agora, che era nei tempi antichi il fulcro della vita, il museo ed il tempio di Efesto, la Chiesa dei Santi Apostoli.
Nessuna preoccupazione per il cibo: la particolarità della cucina greca è l'insieme di tanti piccoli piatti che accompagnano la portata principale, solitamente carne. Da gustare il baklava, il tradizionale e appiccicosissimo dolce al gusto di miele. Chi ama lo shopping non può prescindere da una visita ai tradizionali mercatini ateniesi. A poca distanza da Atene molto interessante è una delle realizzazioni più problematiche della storia dell'uomo: il canale di Corinto. Un'opera realmente 'pazzesca' iniziata (infatti…!) da Nerone e completata solo nel secolo scorso: splendidi i fori cui s'ispirarono per ampiezza e ricchezza quelli romani, forse più conosciuti ma, probabilmente, meno interessanti di quelli dell'antica Corinto.

* Giorno 5
* Corfu (Grecia) - note del viaggiatore basti pensare che la Principessa Sissi s'è guarita col suo clima
* arrivo 12.00
* partenza 19.00

E' la più settentrionale delle isole ioniche, situata proprio all'imboccatura del Mar Adriatico, nel cuore del Mediterraneo al centro dei crocevia tra tutte le principali culture e tradizioni che hanno reso il 'mare nostrum' fucina di storia e di tradizioni senza paragoni nel mondo.
< La greca Kerkira venne ribattezzata Corfù dai veneziani, che durante il medioevo parafrasarono il termine 'Korifì', usato dai locali per indicare le torri della fortezza di San Marco. L'isola, contrariamente a molte altre isole del vicino Peloponneso o di altri arcipelaghi mediterranei, è ricoperta da una ricchissima vegetazione, favorita da un clima reso mite e per nulla secco anche dal vento.
La sua preistoria è quasi sconosciuta: si suppone che fosse abitata già nel paleolitico ma in realtà la prima fonte che parla di Corfù è il mitico poeta cieco Omero: secondo quanto Omero racconta nella sua 'Odissea' è a Corfù che sarebbe arrivato quasi morto Ulisse dopo il naufragio della sua nave. Ed è sulla spiaggia di Corfù che Nausicaa, la figlia del re Alcinoo, lo avrebbe raccolto e curato prima di farlo tornare in patria con una nave equipaggiata. I molti scavi archeologici realizzati a tutt'oggi nel tentativo di riportare alla luce il palazzo reale di Alcinoo non hanno però confermato in alcun modo un fondo di storia alla realtà leggendaria.
< Il lungo periodo di colonizzazione di Corfù comincia nel 700 a.C. con i corinzi, seguiti poi dagli illiri e dagli ateniesi. In periodo romano Corfù era assediata soprattutto dai pirati e commise l'errore di chiedere aiuto alla persona sbagliata, Antonio, che, dopo la sconfitta nella battaglia navale di Anzio, l'abbandonò al suo destino e all'esercito di Ottaviano che occupò l'isola saccheggiandola.
Inserita nel novero dell'Impero bizantino di oriente Corfù continuò a subire le incursioni dei pirati al punto che la città venne progressivamente spostata verso il nord e le montagne: premure inutili di fronte all'invasione di vandali e visigoti che massacrarono a più riprese la popolazione radendo al suolo ogni villaggio.
Il progressivo impoverimento dell'isola fu tutto sommato una fortuna: non c'era più alcun bottino da guadagnarsi a Corfù, che diventò, così, un protettorato dei bizantini prima, dei genovesi poi, e infine dei veneziani che la riportarono al centro di traffici importanti e di un notevole mercato di ricchezze. Un periodo, quello veneziano, che durò oltre 400 anni nel corso del quale Corfù fu amministrata secondo il sistema aristocratico. Furono i veneti ad avviare la coltivazione dell'olivo. A tutt'oggi Corfù è uno dei centri di produzione di olio più importanti del mediterraneo. Finito il dominio veneziano fu la volta dei turchi, dei francesi e degli inglesi. Dal 21 Maggio 1864 viene annessa al Regno di Grecia.
In realtà il martirio di una delle aree geografiche più bersagliate del Mediterraneo proseguì ancora con la seconda guerra mondiale quando Corfù fu bombardata e subì danni enormi. Furono distrutti soprattutto i palazzi più belli dell'isola come il teatro pubblico e l'Accademia Ionia.
Delle straordinarie costruzioni arroccate sulla costa e sulla città principale rimangono ora pochi segni custoditi gelosamente dalla popolazione. Kerkyra, la capitale, conta circa 60 mila dei 110 mila abitanti complessivi dell'isola. La città presenta un ricco centro storico con le numerose fortezze veneziane ed il Palazzo Reale inglese, il resto dell'isola è costituito da piccoli insediamenti, strade che corrono alte sul mare e splendidi panorami fatti di piccole cale e splendide rocce.
Un mosaico di cultura e di tradizione che ha subito l'inevitabile influenza greca, il dominio veneziano durato 400 anni, il forte e recente predominio inglese nella prima metà dell'800, il tutto armonicamente fuso con le opere che i più insigni artisti, urbanisti e architetti del tardo ottocento e della bell'epoque misero a punto su quest'isola.

* Giorno 6
* Dubrovnik (Croazia) - note del viaggiatore l'antica Ragusa, mano veneziana di superba fattura
* arrivo 8.00
* partenza 13.00

Porto molto suggestivo della costa dalmata che, tra isole, insenature, baie e scorci molto pittoreschi, offre una delle panoramiche più deliziose della riviera adriatica di entrambe le sponde. Una città dall'esistenza molto avventurosa che risente in modo impensabile di radici veneziane, che sembrano lontane e che, invece, compaiono dietro ogni monumento e costruzione.
Basti pensare che il percorso principale che taglia in due la città vecchia e che assomiglia in modo impressionante a qualunque altro borgo antico italiano, si chiama 'Stradun', in veneto. E non è comunque difficile, tra i cognomi dei residenti trovare qualcosa di molto famigliare visto che anche i genovesi qui, hanno lasciato radici interessanti con i propri traffici e commerci.
Venezia fece sentire pesantemente la sua influenza anche nelle vicende storiche: ad ogni successo della Serenissima sull'Adriatico collaborava anche questa parte della costa dalmata che, con la crisi della repubblica marinara subì invece in modo molto pesante l'avvento del dominio turco che per altro, in questa zona, si dimostrò comunque rispettoso di palazzi e costruzioni che ancora oggi risentono del dominio dei San Marco.
Molto evidenti sono anche le tracce religiose, conventi e chiese; gli esempi più clamorosi in tal senso sono gli insediamenti francescani e dominicani che rappresentano anche un patrimonio culturale e artistico conservato e preservato con grande attenzione dai dalmati.
Molto pittoresca la zona collinare che sorge alle spalle di questa città, dedita con intelligenza e con molti investimenti, al turismo, ma anche al commercio, all'industria leggera e alla logistica marittima attraverso il suo scalo che è uno dei più attivi del Mediterraneo.

* Giorno 7
* Venezia (Italia) - note del viaggiatore UNICA da lacrime e applausi
* arrivo 9.00
* partenza 18.00

Venezia, la città dell'arte, della malinconia e del prestigio: questo straordinario scenario architettonico si sorregge su un arcipelago d'isolette, separate da una rete di canali valicati da circa 400 ponti, un tempo di legno, poi sostituiti con altri in pietra, tutti ad arco. Il canale principale, che forma la maggiore arteria cittadina, è il celebre Canal Grande: valicato da tre grandi ponti, che ha la forma di una gigantesca 'S' rovesciata e divide la città in due parti disuguali a loro volta suddivise in sei sestieri: Cannaregio, San Marco e Castello sulla riva sinistra; Santa Croce, San Polo e Dorsoduro su quella destra del canale.
La viabilità acquatica, con gondole, barche, vaporetti, motoscafi, barconi, che fungono da taxi e mezzi di trasporto per persone e merci, prevale decisamente sul sistema di circolazione terrestre, costituito da poche vie principali e da un intrico di 'calli', anguste e tortuose, che si sviluppano tra canali, rii, campi (piazze adiacenti alle chiese), campanili e fondamenta (vie che fiancheggiano i canali) che quasi mai sono percorribili con auto o moto. La singolarità dell'ambiente si spiega con la sicurezza che la posizione offriva dagli attacchi del mare e dei nemici: di fatto Venezia fu fondata da alcuni nuclei di profughi di Spina, Adria e Aquileia in seguito alla calata degli Unni nel V secolo dopo Cristo. Governata dai 'tribuni marittimi' e poi dal Doge sotto la protezione dell'impero bizantino, nel IX secolo la città divenne un gran porto commerciale, con una funzione di collegamento tra i mercati d'oriente e d'occidente attraverso l'Adriatico: ma il suo predominio commerciale si trasforma ben presto anche in prestigio militare. In pochi anni riuscì a dominare tutte le coste orientali dell'Adriatico spingendosi fino all'Oriente colonizzando territori e assicurandosi mercati di gran rilievo, rivaleggiando sul mare con Genova e le altre repubbliche marinare per affermare il proprio incontrastato dominio.
Prima i turchi, che scalzarono i veneziani da molte colonie orientali, e poi i fermenti della rivoluzione francese incrinarono questo perfetto governo aristocratico dove commercio e forza militare si sostenevano a vicenda. Nel 1797 una Venezia ormai molto indebolita è assoggettata dal trattato di Campoformio all'Austria e, solo in seguito, è annessa all'Italia.
Il Canal Grande, soprattutto se percorso in battello, offre una rapida visione d'insieme dei palazzi più belli di Venezia: dall'Accademia alla Cà d'Oro, dal Casinò al palazzo della Biennale, dall'Università alla Chiesa della Salute fino al celeberrimo ponte di Rialto per arrivare a Piazza San Marco dove il canale si apre e forma un'ampia ansa molto ariosa. La piazza, cuore di Venezia e simbolo dei veneziani, è un gioiello architettonico, una delle piazze più belle di tutt'Italia, un miracolo in trachite e pietra d'Istria. Qui si svolgevano un tempo le cerimonie religiose e civili e le magiche feste del Carnevale. I caffè e i negozi che la circondano sono tuttora un vivace punto d'incontro della città.
Di particolare rilievo è la lavorazione del vetro che è prodotta nell'isola di Murano da numerose aziende artigiane, maestre nella produzione di vetro soffiato e cristalli artistici. Molto bella è difficilissima è la produzione delle cosiddette 'murrine', decorazioni artistiche nelle quali il vetro colorato è soffiato e tagliato all'interno di globi di vetro limpido con grande maestria e straordinaria precisione. Di estremo interesse è poi la produzione di merletti. Gli specchi veneziani, realizzati con le tecniche antiche, foglia d'argento su una lastra di vetro, arricchiti di cornici sempre in vetro dalle forme sinuose, plastiche e svolazzanti, continuano ad essere prodotti in numerosi laboratori artigiani."

e allora buon divertimento .bye

Commenti

  1. ben tornato....forse presto toccherà anche a noi?

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  2. ...ma vicino di casa...

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  3. mi ha fatto sorridere la descrizione di Mykonos, perchè sono certo che il 95% dei visistatori dell'isola nel periodo in cui era poco conosciuta al turismo familiare (anni '90) dei monumenti non ne sapessero nemmeno l'esistenza ...

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