Vetta Marina e San Francesco
Nel Convento morì il Beato Pietro da Treja, ricordato nei Fioretti di San Francesco. Della venuta di San Francesco a Sirolo si conserva viva la tradizione. Si racconta che con spirito profetico rivolgendosi al colle di Loreto, allora solitario e boscoso, lo salutasse giubilando, come luogo destinato ad ospitare miracolosamente la Santa Casa di Nazareth.
Oggi, all’ingresso della Villa, a pie’ di due frassini una piccola pietra porta inciso:
Oggi, all’ingresso della Villa, a pie’ di due frassini una piccola pietra porta inciso:
Vuole la tradizione - che - S. Francesco d’Assisi -
qui - abbia piantato - questi due alberi.
Il Wadding invece negli Annales Ordinis Minorum (Lione-Roma; 1628-54) parla di un ceraso marino dalle frutta bellissime e gustosissime, assai ricercate dai vicini per devozione, che egli dice ai suoi tempi essere stato ancora prospero e bello.
In quel punto, presso le nuova Chiesetta, sarebbe avvenuta la comparsa del Santo, di cui parlarono i giornali nel giugno 1926.
Nel 1685 le vecchia Chiesa e il Convento furono ampliati dall’ Imperatore Leopoldo e dall' Imperatrice Eleonora ad istanza di un sirolese, Padre Giuseppe Pellegrini, che era predicatore alla loro Corte. Venuto il Governo Italiano e, in seguito, la legge di demaniazione, il Convento ricorda suo ospite Ugolino Panichi, il noto scultore di Ascoli, che ne fece la sua abitazione e il suo studio. Più tardi fu acquistato dal Cav. Federico Bianchelli, che lo demolì insieme con la Chiesa, elevando sulle loro rovine la villa attuale. Della Chiesa rimane l’ antico campanile convertito in torre da orologio:
la bella porta fu innestata nella cappella di famiglia, dentro la quale si conservano anche parecchi oggetti sacri. Alcuni marmi sono collocati qua e là per il parco: la vecchia cisterna esiste ancora nel mezzo dell’attuale cortile.
tratto da "Guida Ricordo di Numana" di Cesare Romiti del 1927
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