Dalla Filarmonica alla Fisarmonica
La banda, cittadina, ufficialmente chiamata Società filarmonica, ha una curiosa origine; essa cioè deve la sua istituzione a un frate, tal Francesco Tavolini, che nel 1891 senza nessun compenso, anzi a proprie spese, si assunse il carico non facile di istruire 20 operai, che non sapevano nemmeno di lontano che cosa fossero musica e uso di strumenti. Il fondatore riuscì così fruttuosamente nell’ opera sua che dopo pochi mesi gli allievi eseguirono abbastanza bene parecchi lavori musicali, qualcuno di fattura del Tavolini medesimo.
In seguito la Filarmonica ebbe per maestri il Paradisi di Castelfidardo, lo Sternini di Ancona, il Paolucci di Monte Cassiano, il Faggioli di Sirolo.
Benemerito dell’ istituzione fu il Presidente Cesare Torri, avendo anticipato i capitali per l' acquisto delle divise e del materiale necessario. Scioltasi la società nel 1905, essa risorse dopo una crisi assai difficile, per merito di un operaio, Nazzareno Frontalini, il quale riuscì a rimettere insieme un concerto di 30 musicanti e, istruendo se stesso, a istruire essi in modo da renderli capaci di eseguire anche pezzi di spartito, e di esser chiamati più di una volta a prestar servizio nei paesi limitrofi.
Nel 1912 su proposta di Ercole Maglieri la Filarmonica decise, mercé pubbliche sottoscrizioni e divertimenti di beneficenza, di rinnovare la propria divisa, ciò che avvenne nel 1913. In tale occasione la Filarmonica fece erigere una pubblica lapide in memoria di G. Verdi con discorso del prof. C. Romiti. Nel 1915, in causa della mobilitazione generale, si sciolse. Terminata la guerra, benché fosse difficile rimettere insieme i vecchi elementi, si pensò alla ricostituzione, alla quale contribuì assai lo stesso Frontalini, che ne tenne la direzione dall’ ottobre del 1921 fino al 1925.
Nel 1925, ritiratosi il Frontalini, fu chiamato il Maestro Lazzarini di Loreto, ma un anno dopo per mancanza di sonatori e di moneta ... sonante (la Società si era mantenuta sempre a proprie spese) la Filarmonica si sciolse.
Delle sue rovine rimane un piccolo Concertino che, quando venga richiesto, tuttora presta servizio.
tratto da "Guida Ricordo di Numana" di Cesare Romiti del 1927
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